Gennaio è un mese pieno di slanci e buoni propositi. Ma gennaio è anche un mese fatto di giornate gelide e fastidiose aspettative. Perciò ho deciso di inaugurare l’anno con una confortante tradizione parmigiana, una burrosa intervista alla sacerdotessa della viennoiserie e un po’ di atmosfera parigina nella placida terra emiliana.
Un menu per un inizio morbido e dolce. Buona lettura.
Il brano che vi traduco questo mese dà il titolo alla raccolta di racconti autobiografici di Nigel Slater: Toast. The story of a boy’s hunger.
Questo memoir raccoglie disastri culinari, vicende familiari e avvenimenti felici e strazianti dell’infanzia dell’autore. Il libro è suddiviso in brevi spezzoni che hanno sempre come fulcro un cibo o una ricetta e che compongono un quadro ironico e onesto dell’educazione culinaria di uno dei più famosi food writer inglesi.
“Toast
Mia madre è affacciata alla finestra della cucina intenta a raschiare via la parte bruciata da una fetta di pane tostato, sulla sua fronte è disegnata una piega di fastidio.
Quello che si sta svolgendo davanti ai miei occhi non è un avvenimento raro, un occasionale inconveniente nella giornata impegnativa di una madre. Mia mamma brucia il pane tostato tutti i giorni con la stessa certezza con cui il sole sorge ogni mattina.
In effetti, dubito che abbia mai tostato del pane senza riempire la cucina di volute di fumo che tolgono il respiro. Fino ai nove anni non ho mai visto del burro senza piccole bricioline nere attaccate.
È impossibile non amare qualcuno che ti prepara i toast.
I difetti delle persone, anche quelli più gravi, come farti indossare i pantaloni corti per andare a scuola, diventano insignificanti quando i tuoi denti mordono la crosta ruvida e tostata e affondano nel soffice cuscino di pane bianco sottostante.
Una volta che il burro caldo e salato ha colpito la tua lingua, non hai più scampo. Da quel momento diventi come creta nelle loro mani, definitivamente innamorato.”
Questo mese il dispatch arriva dalla cara Bologna ma ha un’aura molto parigina.
Si tratta della viennoiserie di Allegra, un bistrot dove fare colazione con i grandi classici francesi come il pain au chocolat, il Paris-Brest e il pain suisse. Il burro è assicurato. Meritevole di una menzione speciale è la torta di rose con caramello salato.
Da patita delle colazioni e devota ai croissant sono stata molto felice quando Chiara, aka @batfrangetta, ha inaugurato il suo burroso archivio generale di viennoiserie, il profilo Instagram @colazionepresto.
Potevo dunque esimermi dal contattarla per chiacchierare di croissant e colazioni? Certamente no. Così mi sono fatta raccontare come è nato questo progetto e ne ho approfittato per curiosare nelle passioni di una vera esperta di viennoiserie.
Colazione presto non è solo un hashtag e una frase ricorrente per riassumere l'esperienza del pasto preferito di Chiara, ma anche, come dice lei, “un'esclamazione: colazione, presto! Un imperativo appena sveglia”.
“In generale volevo creare una ‘serie’”mi spiega Chiara, “un archivio per me stessa. Vista la mole di fotografie a tema che mi affollano lo smartphone, il mio fidanzato ha suggerito di farlo diventare un account”.
E quindi, da diligente early bird, Chiara va a fare colazione prestissimo “quando la città pian piano si sveglia e le strade sono ancora accoglienti” ed esplora più pasticcerie possibili. Un’opera di assaggio e archivio che viene preceduta da un minuzioso lavoro di ricerca e aggiornamento continuo per non perdersi nessuna delle novità che spuntano a bancone.
In questo aiuta anche il fatto che Chiara lavora nel settore dell’editoria gastronomica da più di quindici anni. Questa passione e professionalità l’hanno anche portata a scrivere un libro a quattro mani con Luca Catalfamo, il creatore di Casa Ramen.
Si tratta di un ricettario che porta il nome del ristorante e che è dedicato agli ingredienti e alla cultura di questo iconico piatto giapponese e al rito della ciotola fumante che nutre il corpo e l’anima.
Ma non perdiamo di vista il burro: io mi auguro di leggere presto anche un libro di Chiara sulle colazioni in pasticceria.
E a proposito di food writing, i consigli di lettura di Chiara sono questi: “Tutto ciò che scrive Ruth Reichl, la amo da quando andavo al liceo. E Kitchen Confidential di Bourdain dovrebbero farlo leggere a scuola.”
Da vera professionista della colazione Chiara è arrivata a farne ben 4 “quando ero a Parigi, ma all'ultima era già ora di pranzo inoltrata. Spesso salto il pranzo proprio per fare due colazioni”. Come biasimarla? Specialmente quando ci si trova nella capitale francese e si hanno a portata di colazione croissant di un certo calibro. Non deve sorprendere che il croissant preferito di Chiara e il più sorprendente che abbia mai assaggiato siano entrambi sfornati a Parigi: quello di Boulangerie Utopie tra i più buoni che abbia mai mangiato perché le ricorda il primo croissant della sua vita (a 3 anni) e quello di French Bastards che, afferma, può passare inosservato tra le loro opulente viennoiserie, ma è fantastico.
@colazionepresto ha preso vita a inizio anno ma annovera già il croissant fritto ripieno di crema pasticcera di Ziva, il pain au chocolat di Cédric Grolet, la Elvis con bacon croccante, crema alle arachidi e banane caramellate di Pavé e il muscovado butter bun con scorza di limone e saffron glaze di Loste Café.
Insomma, una preziosa fonte di ispirazione burrosa. Grazie Chiara per queste dosi di viennoiserie quotidiana.
Ogni anno qualche giorno dopo la Befana, per la precisione il 13 gennaio, le pasticcerie di Parma si riempiono di vassoi colmi di coloratissimi biscotti a forma di scarpette.
Si tratta di una tradizione legata a Sant’Ilario, il patrono della città. E naturalmente, visto che in Emilia ogni festività è una buona scusa per mangiare qualcosa, non ci siamo certo fatti scappare questa occasione. Così, ecco che per qualche giorno il profumo di pasta frolla prende il sopravvento e panettieri e pasticcieri si sbizzarriscono con glasse, codette variopinte, coperture al cioccolato e negli ultimi anni anche scarpette di pasta sfoglia ripiene di crema.
Perfino dopo i bagordi di Natale e le calze strabordanti di dolcetti dell’Epifania, la voglia di zucchero non viene meno e tantomeno quella di accomodarsi al tavolino di una pasticceria mentre fuori imperversano i giorni più gelidi dell’anno. Oppure di portare a casa, impacchettate in una carta elegante e colorata, le dolci scarpette di Sant’Ilario per farsi confortare dai sapori dell’infanzia e dalle antiche tradizioni cittadine.
Eccoci arrivati alle letture del mese:
Abel di Alessandro Baricco
“Era famoso per la mira eccezionale e per la freddezza. Non era feroce, era esatto. Il giudice raccontò che quando gli chiese dove aveva imparato a sparare così bene lui aveva risposto: in tutto il tempo che da bambino sono rimasto in silenzio, a immaginare.”
Se prima di leggere Abel la definizione di western metafisico era un po’ nebulosa, arrivati all’ultima pagina ogni nebbia si è ormai diradata. Lo spazio scenico è il west americano, quando esisteva ancora “l’Intatto, spazi mai visti prima, terre di cui non si aveva coscienza”. Alla prima riga c’è già uno sparo ma il vero fulcro, ciò che lega un susseguirsi di scene talvolta oniriche e talvolta spigolosamente reali, è la filosofia: quella classica e quella dei mondi inventati e interiori di Baricco.
A tavola - storie di cibi e di vini a cura di Andrea Mattacheo
“Il suo era un mestiere di cui c’era bisogno. Era un pasticcere.”
Questa antologia di racconti che in modi variegati hanno a che fare con i piaceri del palato è la dimostrazione che “la letteratura si accomoda volentieri intorno a un tavolo”.
E ora veniamo alle pubblicazioni fresche di stampa del mese di gennaio: (Solito disclaimer: i libri che troverete qui sono ancora nella mia wishlist e li menziono nella più spudorata buonafede.)
Parliamo di Cognetti, questa volta non di un libro bensì di un documentario. L’uscita prevista è genericamente il 2024. Si tratta di un film girato sul Monte Rosa tra i 1.500 e 4.000 metri dedicato “al tempo che passa sulle nostre montagne, sulle cose che cambiano e sulle persone vecchie e nuove che popolano la montagna”.
A gennaio è uscito Sul naso. Una storia culturale. L’autrice è Caro Verbeek, curatrice, storica dell’arte e ricercatrice olandese specializzata in Storia culturale dei sensi.
Sempre edito da Il Saggiatore, La felicità è nel giardino è una guida letteraria al rapporto tra umano e natura.
Grazie per aver letto fin qui, spero che la newsletter vi sia piaciuta. Il prossimo appuntamento è il 29 febbraio con il nuovo menu del mese, che Jessica sia con noi!
Il profilo di Chiara è una tentazione a cui non mi sottraggo :)
Grazie per questo lavoro certosino che ogni volta mi fa trovare nuove informazioni da approfondire.
M.